IVANA SCRAVAGLIERI, PROFESSIONISTA NELLE DISCIPLINE ORIENTALI, SI RACCONTA A MT “PORTO CONSAPEVOLEZZA ALLE PERSONE ATTRAVERSO IL LORO CORPO, VERO TEMPIO”
Ascoltandola parlare, un’onda benefica raggiunge l’interlocutore accompagnandolo verso una fonte di saggezza, di ascolto e di fermezza. Lei è Ivana Scravaglieri. E il suo mondo è il contatto: shiatsu, riflessologia plantare, massaggio thailandese.
La sua professione ha avuto origine da un incontro particolare…
“Un incontro magico, avvenuto in ospedale durante il mio periodo di volontariato, con una signora ricoverata. Le sono stata vicina mentre era in coma, le tenevo sempre la mano. Quando si è risvegliata,
mi ha ringraziato perché aveva sentito il contatto con le mie mani.”
Il contatto: da qui è partito tutto.
“All’epoca lavoravo ancora in azienda, ma quella parola mi era rimasta dentro. La paziente mi aveva fatto capire che nelle mie mani c’era un dono. Ho fatto delle ricerche, corsi di massaggio cui è seguita la formazione vera e propria in shiatsu e medicina tradizionale cinese. Quindi la riflessologia plantare e il viaggio in India, in una clinica ayurvedica, dove ho approfondito la manualità”.
Qual è l’intento del suo lavoro?
“La gente è sempre molto arrabbiata, ma non si dona: non si dà la possibilità di divenire. Io cerco di condurre le persone a credere. Ad essere e a credere. Le persone si lamentano di non essere felici, ma a volte hanno paura di esserlo perché poi diventa una responsabilità. Bisognerebbe scorrere come l’acqua, liquido nel quale nasciamo”.
Quando possiamo farlo?
“Quando siamo al centro di noi stessi e non nella paura”.
Qual è la bellezza dello shiatsu?
“È sempre meraviglioso quando, toccando il punto dove c’è il dolore, ti accorgi che la causa, l’origine, è altrove. Tocchi un punto sulla caviglia e ti si sblocca una spalla”.
Cosa si cela dietro al contatto?
“Una ricerca inconscia di affettività. Il contatto è un’onda magnifica, magica, che fa aprire il cuore e ti porta a parlare. La parola non è mai scissa dal gesto.
Qual è l’aspetto più bello del suo lavoro?
“Portare la consapevolezza alle persone attraverso il corpo, che è un tempio. Più sei in ascolto, più aumenti la tua capacità ricettiva e il discernimento. Occorre solo avere fiducia”.