Dipendenza da cellulare e whatsapp: segnali e sintomi

Dipendenza da cellulare e whatsapp: segnali e sintomi

L’incalzante sviluppo scientifico e tecnologico ha determinato il passaggio dalla classica, anche se ormai datata, telefonata “Ti manco, ma quanto ti manco?” ad una digitazione veloce e concisa delle proprie esperienze e emozioni tramite applicazioni ormai universali quali whatsapp.

La rivoluzione digitale ha coinvolto tutti, vedendo però in prima linea i bambini e gli adolescenti che vedono nel cellulare il proprio passatempo preferito, una performante baby sitter e uno strumento di relazione insostituibile.

La linea di confine tra uso e dipendenza è piuttosto labile e facile da superare.

E’ compito degli adulti, quindi, fermare il pensiero e proporre un posizione critica che diventa efficace solo se informata dei fatti.

Dati di ricerca sull’uso di cellulari e whatsapp

Le ultime ricerche in termini di utilizzo degli smartphone da parte dei ragazzi è allarmante.

Una ricerca del Miur rileva che il 19% dei teenager è connesso tra le 5 e le 10 ore in media, ogni giorno. Un ragazzo su 5 afferma di non poter rimanere senza cellulare a scuola. Più del 90% dei ragazzi ammette di usare i social, percentuale che sale e 97% se la domanda specifica l’uso di whatsapp.

Il 68% degli intervistati controlla il cellulare entro 22 minuti dal risveglio mattutino.

La nuova generazione si è guadagnata a pieno titolo il nome di “generazione connessa”. 

Perché i ragazzi usano gli smartphone e i social network

Preso atto dell’uso massiccio degli smartphone e dei social network, la domanda viene spontanea: per che cosa lo usano?

A domanda, rispondono:

Per “esistere”: se non si raccontano in rete, la percezione è di non esistere, di non essere visibili e quindi visti;

Per essere cercati: fare amicizia e instaurare relazione attraverso i social sta diventando una prerogativa dei giovani, che diviene sempre più pericolosa con il diminuire dell’età dei ragazzi;

Per comunicare: l’uso di app di messaggistica è massiccio tra i giovani;

Per giocare: l’uso del cellullare è sempre meno connesso all’azione del telefonare che viene sostituita da quella del giocare a videogiochi targetizzati sui piu’ piccoli;

Per essere chi voglio: la possibilità di nascondersi dietro un profilo fake ed una foto modificata ad hoc è una trappola attraente in un’età in cui si è poco in grado di definirsi e si vuole piacere a qualunque costo.

Dall’uso alla dipendenza: segnali di allarme e sintomi

La socialità legata allo smartphone permette di ridurre tempi e distanze, ma risulta talmente affascinante da allontanare le altre relazioni fino a sostituire quelle più vicine e significative.

Come accorgersi che l’uso rischia di divenire dipendenza?

Ecco alcuni segnali di allarme.

Iniziamo da un generico bisogno di monitorare il cellulare in maniera ossessiva e ravvicinata nel tempo

Altro segnale che riguarda la dipendenza dal cellulare è non spegnere mai lo smartphone, neanche di notte. Arrivare al punto di svegliarsi in piena notte con il pensiero di controllarlo fino ad usarlo al posto di dormire, fenomeno conosciuto come vamping.

Tra i sintomi più preoccupanti c’è il provare una vera e propria angoscia se il cellulare risulta scarico oppure, nel caso dei più piccoli, avere paura di perdere punti, trofei o coppe varie dei diversi videogiochi se non ci si collega all’applicazione.

Un segnale di forte disagio è la nomofobia: la paura incontrollabile di rimanere sconnessi dalla rete.

L’iperconnessione, con le paure connesse, è il segnale di una vera e propria dipendenza, che rientra tra le new addiction.

Come intervenire e rimanere informati 

Considerata la consistenza del fenomeno, come si può intervenire, anche preventivamente?

Si propone la regola delle tre C:

Competenza: non c’è alternativa valida ed efficace al conoscere bene gli strumenti. I ragazzi lamentano spesso un’incomprensione degli adulti di riferimento sul tema a causa di conoscenza scarse e poco aggiornate. Proporre un pensiero critico da “dentro”, è una delle strategie più efficaci che si possa mettere in campo.

Consapevolezza: conoscere i pericoli legati all’uso e abuso dei cellulari e dei social network.

Conoscenza: rimanere sempre curiosi e monitorare, che non coincide con spiare.

Riassumendo: puntare sulla prevenzione informandosi, formandosi e fornendo un pensiero critico non troppo distante dalla realtà che i ragazzi si trovano a vivere.

Trattandosi di un ambito specifico dell’area psicologica e sociale, consigliamo una formazione specializzata offerta da specialisti formati e competenti.